Festeggiare i 18 anni significa diventare grandi; in realtà si rimane nella condizione di essere accuditi, assistiti, accontentati…ma diventare adulti significa cominciare ad esercitare le responsabilità e questo dà la fierezza di essere utili, di contribuire al bene comune. A 18 anni si sperimenta una specie di contraddizione tra il fatto di «avere tutti i diritti e doveri» di un adulto e l’impressione di «non poter fare niente»: un 18enne nel nostro Paese è considerato «troppo giovane» e le possibilità effettive di avere un’abitazione propria, un’attività propria, un’autonomia reale sono molto ridotte: per lo più il giovane dipende ancora dalla sua famiglia. Mi sembra opportuno reagire a questa percezione di impotenza e mi piacerebbe seminare in voi 18enni la convinzione di essere presenza attiva, significativa, preziosa per la società di oggi. Per questo è necessario scuotervi dalla comoda condizione del dipendere (che induce ad aspettarsi tutto dagli altri): occorre piuttosto attivarvi nella bellezza del partecipare. Siete parte della società e la vostra partecipazione ne decide la qualità! Per esprimere questa partecipazione attiva e costruttiva, si può pensare il tempo che ciascuno di voi ha non è solo per se stessi, ma per la condivisione! Perciò, tanto per fare alcuni esempi: ogni dieci ore dedicate allo studio, un’ora potrebbe essere dedicata a chi fa fatica a studiare; ogni dieci ore dedicate allo sport, un’ora potrebbe essere dedicata a chi non può fare sport. Lo stesso vale per i soldi, i libri, la musica eccetera… A 18 anni si può prendere la patente e incominciare a guidare: la libertà si allarga alla possibilità di viaggiare, di visitare persone e Paesi, di dare un passaggio agli amici e ai nonni. È una grande responsabilità che richiede attenzione, vigilanza, sobrietà, prudenza. Quanto bene può fare chi guida bene! Ma anche quanto male a sé e agli altri, se lo fa con imprudenza e incompetenza! A 18 anni si diventa pienamente responsabili dei propri atti a livello civile e penale: la libertà si confronta con la legge come garanzia del rispetto dei diritti di tutti. È il segno che l’appartenenza alla comunità non è solo il diritto di ricevere prestazioni, ma anche il dovere di rispettare le regole e di partecipare con il proprio comportamento alla convivenza dei cittadini. A 18 anni si acquisisce il diritto-dovere di votare per esprimere le proprie scelte in campo politico e amministrativo. Scegliere le persone che devono governare è un’altra espressione della responsabilità per il bene comune che rende cittadini a pieno titolo. Nel nostro tempo la politica è spesso circondata da una valutazione negativa e da pregiudizi che possono demotivare ad intraprendere ogni impegno in questo campo. Oggi però è necessario che le cose cambino e chi può avviare un cambiamento se non giovani uomini e donne che si fanno avanti e hanno dentro la voglia di mettere mano all’impresa di aggiustare il mondo? Per questo rivolgo un appello a voi 18enni: potete informarvi, potete pensare, potete discutere, potete farvi un’idea di quale direzione prendere e di cosa fare del vostro voto, il vostro primo voto! Un segnale di un’epoca nuova. Non cambierà tutto in una votazione, ma certo astenendosi non si cambia niente! Voi potete pretendere che vi siano chiariti i programmi, le intenzioni dei candidati; potete mettervi insieme per far valere le priorità che vi stanno a cuore e per individuare le persone che se ne fanno carico. Forse qualcuno di voi può anche farsi avanti per rappresentare gli altri nelle liste per le elezioni amministrative e diventare voce che tiene vive le istanze dei giovani, quando si affrontano le questioni rilevanti per il paese.
Come amministrazione comunale, se avete qualche cosa da dire, noi vi ascoltiamo volentieri; se avete delle proposte da fare, le valuteremo con attenzione; se ritenete che sia interessante incontrarci per condividere riflessioni, domande, speranze, possiamo provare a organizzarci. Io ho fiducia che questa vostra generazione reagisca all’inerzia, allo scoraggiamento e all’individualismo per dare un segnale a tutti gli adulti e alla classe politica e amministrativa di un rinascere del desiderio di partecipare, di contribuire al bene comune. I 18 anni sono il tempo opportuno per guardare al futuro. L’avvicinarsi della conclusione di un ciclo scolastico pone la questione sul dopo: che cosa farò finite le superiori? La domanda sul futuro rischia di essere affrontata come la scelta di un prodotto al supermercato: tra le tante offerte, quale sarà la più conveniente? In questo cammino, di fronte alle decisioni fondamentali, invito a riconoscere che nessuno deve sentirsi solo: perciò il gruppo degli amici, l’inserimento in un contesto comunitario, la testimonianza degli adulti, il riferimento personale a una guida (magari anche nell’ambito della nostra parrocchia) sono l’accompagnamento necessario per guardare al futuro con fiducia, per imparare ad avere stima di sé, per scrivere la propria vita adulta e prepararsi alle scelte definitive con fantasia e realismo, con libertà e responsabilità. Ribadisco, vorrei che per voi il compimento dei 18 anni fosse una festa: nessuno si lasci convincere da quelli che dicono che non c’è niente da festeggiare! La festa alla quale invito è quella che celebra la bellezza della vita e che si assume la responsabilità di rendere bella questa stessa vita, per sé e per gli altri. Auguri per i vostri 18 anni!
Alice Piacentini
Assessore all'Istruzione
Assessore all'Istruzione
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