18 anni! Mi immagino che molti di voi, nati nel 2003, si stiano preparando a festeggiare (o abbiano già festeggiato) il 18esimo compleanno, nel rispetto delle misure anti-contagio. Anche il 2021 è un anno insolito per festeggiare, tutti abbiamo dovuto far fronte alla diffusione dell’emergenza sanitaria. Molti di voi, immagino, abbiano già attraversato dure prove per vari motivi di salute, nelle relazioni familiari o nell’ambiente scolastico… Tuttavia la vita che avete davanti rimane un dono inestimabile e un’occasione di gratitudine!
Convinti di ciò, siamo qui perché crediamo che ci sia bisogno comunque di celebrare il vostro 18esimo con un momento conviviale. Cari ragazzi, vi meritate una festa: la festa di essere giovani, ma anche la festa della responsabilità che i 18 anni comportano! Della responsabilità, infatti, si tende a mettere in evidenza il peso, il rischio, i fastidi… Per questo si preferisce «scaricare le responsabilità»: pretendere libertà, aspettarsi i servizi che gli altri sono chiamati a rendere, ma evitare di assumersi le responsabilità. Festeggiare i 18 anni significa diventare grandi, ma si sperimenta una specie di contraddizione tra il fatto di «avere tutti i diritti e doveri» di un adulto e l’impressione di «non poter fare niente»; un 18enne nel nostro Paese è considerato «troppo giovane» per un’autonomia reale e dipende ancora dalla sua famiglia. Mi sembra opportuno reagire a questa sensazione di impotenza e mi piacerebbe seminare in voi 18enni la convinzione di essere presenza attiva, significativa, preziosa per la società di oggi. Per questo è necessario scuotervi dalla comoda condizione del dipendere e dell’aspettarsi tutto dagli altri: occorre piuttosto essere attivi. Siete parte della società e la vostra partecipazione ne decide la qualità! Per esprimere questa partecipazione attiva e costruttiva, si può pensare il tempo che ciascuno di voi ha non è solo per sè, ma per la condivisione! Perciò, tanto per fare alcuni esempi: ogni 5 ore dedicate allo studio, un’ora potrebbe essere dedicata a chi fa fatica a studiare; ogni 5 ore dedicate allo sport, un’ora potrebbe essere dedicata a chi non può fare sport. Lo stesso vale per i soldi, i libri, la musica…
A 18 anni si può prendere la patente e incominciare a guidare: la libertà si allarga alla possibilità di viaggiare, di visitare Paesi, di dare un passaggio agli amici e ai nonni. È una grande responsabilità che richiede attenzione, vigilanza, sobrietà, prudenza. Quanto bene può fare chi guida bene! Ma anche quanto male a sé e agli altri, chi lo fa con imprudenza e incompetenza! A 18 anni si diventa pienamente responsabili dei propri atti a livello civile e penale: la libertà si confronta con la legge come garanzia del rispetto dei diritti di tutti. È il segno che l’appartenenza alla comunità non è solo il diritto di ricevere prestazioni, ma anche il dovere di rispettare le regole e di partecipare con il proprio comportamento alla convivenza dei cittadini. A 18 anni si acquisisce il diritto-dovere di votare per esprimere le proprie scelte in campo politico e amministrativo. Nel nostro tempo la politica è spesso circondata da una valutazione negativa e da pregiudizi che possono demotivare ad intraprendere ogni impegno in questo campo. Oggi però è necessario che le cose cambino e chi può avviare un cambiamento se non voi giovani? Per questo potete informarvi, potete discutere, potete farvi un’idea di quale direzione prendere e di cosa fare del vostro voto, il vostro primo voto! Non cambierà tutto in una votazione, ma certo astenendosi non si cambia niente! Voi potete pretendere che vi siano chiariti i programmi e le intenzioni dei candidati; potete mettervi insieme per far valere le priorità che vi stanno a cuore e individuare le persone che se ne fanno carico. Forse qualcuno di voi può anche farsi avanti per rappresentare gli altri nelle liste per le elezioni amministrative e diventare voce che tiene vive le istanze dei giovani, quando si affrontano le questioni rilevanti per il paese.
Come amministrazione comunale, se avete qualche cosa da dire, noi vi ascoltiamo volentieri; se avete delle proposte da fare, le valuteremo con attenzione; se ritenete che sia interessante incontrarci per condividere riflessioni, domande, speranze, possiamo provare a organizzarci. Io ho fiducia che questa vostra generazione reagisca all’inerzia, allo scoraggiamento e all’individualismo per dare un segnale a tutti gli adulti e alla classe politica di un rinascere del desiderio di partecipare, di contribuire al bene comune. I 18 anni sono il tempo opportuno per guardare al futuro. L’avvicinarsi della conclusione di un ciclo scolastico pone la questione sul dopo: che cosa farò finite le superiori? La domanda sul futuro rischia di essere affrontata come la scelta di un prodotto al supermercato: tra le tante offerte, quale sarà la più conveniente? In questo cammino, di fronte alle decisioni fondamentali, invito a riconoscere che nessuno deve sentirsi solo: perciò il gruppo degli amici, l’inserimento in un contesto comunitario, la testimonianza degli adulti, il riferimento personale a una guida (magari anche nell’ambito della nostra parrocchia) sono l’accompagnamento necessario per guardare al futuro con fiducia, per scrivere la propria vita adulta e prepararsi alle scelte con fantasia e realismo, con libertà e responsabilità. Ribadisco, vorrei che per voi il compimento dei 18 anni fosse una festa: nessuno si lasci convincere da quelli che dicono che non c’è niente da festeggiare! La festa alla quale invito è quella che celebra la bellezza della vita e che si assume la responsabilità di rendere bella questa stessa vita, per sé e per gli altri. Auguri per i vostri 18 anni!
Alice Piacentini
Assessore all'istruzione
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